Emotional Breakdown


Lync – These Are Not Fall Colours by matteo
dicembre 12, 2008, 9:17 PM
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Non lo sentivo da un bel pò questo dischetto, ma devo dire che ha ancora tutto lo stesso fascino di un tempo. These Are Not Fall Colurs rappresenta alla perfezione quell’ emocore genuino, ancora in fasce e che ha poi plasmato lo stile caratteristico di gruppi come Roadside Monument e Promise Ring (per dirne soltanto un paio). Nelle canzoni ruvide e proto-emozionali dei Lync si sente moltissimo l’influenza dei Fugazi, Drive Like Jehu e perché no anche degli Unwound, mischiata in modo tale da raggiungere uno stile fortemente personale ed equilibrato; non c’é nulla fuori posto. TANFC per me racchiude un pò tutta l’essenza degli anni ’90: ascoltandolo sembra quasi di essere in un garage di Washington D.C. nauseati ed innamorati della puzza di sudore e di aria viziata.

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Matteo



The Gloria Record – A Lull In Traffic by matteo
dicembre 3, 2008, 3:04 PM
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Si parlava di dischi post-Mineral? bè i The Gloria Record non se l’é mai filati nessuno, eppure alcuni pezzi li considero i più maturi che Chris Simpson e soci abbiano composto. Più emo-pop (anche se ormai non ha più senso questo binomio) di così si muore.

A  Lull In a Traffic

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S/T

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Matteo





Edaline by mattiaebd
giugno 8, 2008, 9:54 am
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Sinceramente non ricordo proprio chi fosse, ma un pò di tempo fa qualcuno mi consigliò questi Edaline perchè tanto simili ai Brand New. Questo tizio – chiunque fosse – era in evidente stato confusionale ma si merita comunque un ringraziamento: dell’emo-indie-rock così ben fatto si trova raramente. A dire la verità i ragazzi californiani esibiscono un retroterra strettamente indie-rock citando a destra e manca i cardini della scena americano degli anni ’90 ma la loro musica è palesemente figlia legittima dei Sunny Day Real Estate. Arpeggi a non finire, chitarre passionali, irruenza emotiva, voce che di tanto in tanto si fa strozzata e un titolo – I Wrote the Last Chapter For You – che non possono ingannare.
Lo so, la descrizione è un pallottoliere di banalità, ma è colpa mia, mica degli Edaline: il disco suona divinamente rimescolando quei quattro cinque ingredienti in maniera fantastica e fantasiosa, per altro in tempi – 1997 – in cui molti dei professori del genere dovevano ancora tenere le loro lezioni. Se dovessi trovare un gruppo a cui somigliano davvero forse penserei ai Boilermaker – complimenti a chi se li ricorda – pure loro con questa indole indie rock molto riflessiva, non sempre immediata ma intensa e viscerale.

Ascoltatevi il dischetto che è meglio:
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Mattia