Emotional Breakdown


Envy/Jesu – Split by matteo
luglio 1, 2008, 9:55 PM
Filed under: Words | Tag: , , , , , , , ,

envy

E ora anche gli Envy sono diventati sto gruppo che fa di moda dire siano fighi, ‘nevvero? Proprio quando hanno iniziato ad abbandonare la strada dello screamo per accostarsi a qualcosa più facilmente definibile come post-rock o post-hardcore. L’anima del gruppo giapponese rimane tale e quale a quella che li ha visti nascere con quei titoli ormai dimenticati, Breathing and Dying in this Place, From Here to Eternity e poi i più popolari All the Footprints […] e A Dead Sinking Story. Le atmosfere sono indubbiamente molto più mistiche e sognatrici, ma quando scattano le parti più frenetiche riassaporiamo una delle più belle voci del panorama screamo – non che non lo sia altrimenti. Il loro pezzo più bello é A Winter Quest for Fantasy, proprio perché sembra mantenere ancora (più degli altri due) quell’equilibrio fra post e screamo/noise. Bella anche Life Caught in the Rain, con un piglio decisamente più melodico, quasi commerciale se vogliamo – dovremo abituarci.

Solo due i pezzi degli Jesu, ma entrambi lasciano qualche perplessità; credo abbiano fatto cose molto più convincenti, soprattutto in riguardo a Hard to Reach.

Dunque uno split fra due mostri sacri che si stanno lentamente re-inventando in salse leggermente diverse; speriamo che raggiungano entrambe la trasformazione voluta.

(E aspettiamo con ansia lo split Envy/Thursday)

http://www.mediafire.com/?gdy1xypimgu

Matteo



Gerda – Cosa dico quando non parlo by Adriano Boltagon
gennaio 23, 2008, 4:48 PM
Filed under: Recensioni | Tag: , ,

Come dovrebbe suonare un disco hard-core italiano nel 2008? Come “Cosa dico quando non parlo”.
Potrei sintetizzare così e non annoiarvi oltre, ma non esultate perchè ho deciso di buttar giù qualche altra riga. Non so se avete presente il primo ed omonimo album della band Marchigiana, furia a go go e proverbiale macello, beh le cose da questo punto di vista non sono cambiate più di tanto, se non che sembri tutto sia più coeso che diretto. Mettiamola così: se prima i Gerda erano un pugile che vinceva ai punti, ora ti mettono ko al terzo round (vi prometto l’assenza di queste discutibili similitudini nelle prossime recensioni).  I testi sono semplicissimi, molto cupi e di grande impatto , un pugno nello stomaco. Combaciano perfettamente con gli scenari alienanti e disturbanti/tormentati descritti dalla musica.
Ho avuto anche la fortuna da vederli dal vivo. Non fanno prigionieri.

Inutile stare ad etichettare il sound (in più che una recensione ho visto scrivere di “screamo”,non sono per niente d’accordo..ma anche sticazzi), influenze o quant’altro.

insomma

qui ascoltate http://www.myspace.com/gerdadegerda

qui comprate http://www.sonsofvesta.it

se siete arrivati fin qui andatevene ad ascoltare qualcosa di buono o, meglio ancora,  a suonare. pigri di merda.

Adriano